Beati i poveri che sono ricchi


Seminiamo le beatitudini sulla terra.

Siete voi i ricchi, voi poveri della terra, E’ la rivoluzione della mentalità. I veri ricchi sono i poveri delle cose che non hanno futuro della vita.

Beati gli umili, sono i più poveri della terra. Beata l’acqua, umile e casta. L’acqua ci rende limpidi e simili a Dio. La superbia inquina e sporca l’acqua del nostro spirito. Quanti diluvi devastano la terra. Ogni diluvio però ha sempre una colomba che annunci l’ulivo della vita, il ritorno dei giorni. Bevo il mio martirio dopo aver bevuto il calice di Cristo. La notte del nulla, del rischio. La notte oscura dei sensi, dei dubbi, ora è la mia casa. Non mangio la condanna del peccato. Viviamo la società dei morti. Mangiano, bevono e sono morti. Cantano, danzano e sono morti. Vestono mode e chiasso e sono morti. Progettano chiacchiere, disegnano il futuro e sono morti. Non sono il tiranno dell’intelligenza, tale da essere chiamato benefattore dell’arte e della filosofia. Vivo la chiesa dell’emarginazione. Soffro la chiesa del silenzio. Il vangelo oggi cresce sotto la cenere del martirio. Oggi le ciminiere del petrolio e del consumo sono più alte dei campanili. Sono le nuove torri di Babele, che vogliono conquistare il cielo. Il nostro peccato è tacere dinanzi ai massacri sui poveri. I martiri sono le torci ardenti e accese che indicano la presenza dello Spirito Santo. Vivere oggi le beatitudini è un vero martirio.

Paolo Turturro

www.dipingilaapce.it

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