Contemplazione passiva

Dal tramonto del Borgo Vecchio

Contemplazione passiva

Avevo appena vent’anni, quando mi sono innamorato dell’infinito.

L’umiltà uccide la superbia. L’orgoglioso è un vissuto dalla pelle sconcia.

I suoi sogni hanno un sapore di morte e di violenze. Deruba le mani con le unghie sporche.

Vivo nel silenzio, affinché la mia anima mi possa parlare.

Io so che per dire di te lentamente il linguaggio umano si perde.

Da piccolo sentivo predicare dal mio parroco che nell’estasi i santi piangevano

e che le loro lacrime scendevano a grazie.

Sogno di aprire la finestra e di scoprire un giorno diverso.

Forse l’inferno è nascosto dentro il nostro paradiso.

Eppure l’incanto degli occhi è già paradiso.

A volte sono troppo stanco per ripensare alle cose vissute in una giornata.

Ho vissuto tutto ciò che dovevo e non potevo escludere il dolore. Dipax

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