Dialogo d’amore 20

Gesù non nasce nel potere

Il tuo ardire

è molto più alto del cielo,

molto più profondo dell’abisso.

Mi bastoni,

come i ciocchi spenti del camino,

a infiammarmi di luce.

La voglia di vederti

è più forte della stanchezza.

Galoppavi con il vento

per raggiungere ogni schiavo perduto.

Hai sfidato bufere

negli occhi degli empi.

Dormivi su pietre,

a volte, in piedi

con un occhio aperto,

come uno stallone.

Scopro in ogni istante

che la tua carne è la mia vita.

La luce mi ha promosso in paradiso.

Io m’innamoro

di tutto ciò che effondi,

ecco perché cerco

di continuo la tua Parola.

Anche una goccia d’acqua

riflette visioni arcane

che fluiscono il futuro.

Ora riconosco in me

qualcosa che cercavo

ansiosamente in te.

Ora dipingo i colori luminosi

che emanano dal tuo volto

schierato al sud della gente.

I tuoi desideri

volavano in alto

ascoltati soltanto

dal lamento dei gabbiani.

Non c’è nulla di affrettato

nella meditazione.

In essa c’è una vita vissuta

fatta di minuti attimi di letizia.

Il tuo sguardo assente,

rivolto lontano

nascondeva paesaggi velati di nebbia

e intricati di passi di esiliati.

Immacolato di speranza

sfidavi il vento

e sul tuo volto sudava

persino la sabbia del deserto,

dove venivi tentato persino dai diavoli.

Nella camera oscura

della tua anima,

spinata di sofferenza,

si compiva tutta la tua passione. Dipax

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