Dialogo d’amore – 4

Per incontrarmi

ti sei vestito di cenci,

per non umiliarmi

con la bellezza della tua regalità.

Nessuno si è accorto

che tutto l’universo

era appena una frangia

del tuo mantello.

Sulle strade della gente

ti sentivo puzzolente

di fatica e di sudore

per soccorrere

prostitute e ubriaconi.

Eppure, tu cencio di barbone,

i miseri per il tuo volto

impazzivano di candore

a toccarti.

Ti cercavano, ti odiavano

e ti amavano

perché tu eri l’eterno disubbidiente

ai potenti e alle cose della terra.

Anch’io impazzivo

a essere disobbediente,

come i tuoi pensieri. Dipax

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