Ieri e oggi

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Ho scoperto di aver le ali che mi avevano tarpate, mi sono spuntate dalle ferite del cuore. A volte incontro persone amare dentro, con l’animo in tempesta, in un mare agitato di perché. Odo nell’abisso del loro vuoto un ruggito di leone che li sbrana di cattiverie. La carne non è la fonte del peccato, ma lo spirito votato al male. Come cambiare vita? Non serve rovesciare una calza, quando il corpo è una metastasi di rancori. La vera medicina per guarire è cominciare a pensare bene. Queste persone hanno bisogno di continue overdose di vangelo. Io amo i giocattoli e non mi smarrisco nella fantasia. Correvo con i pattini a rotelle sul lungomare del mare del mio paese e mi inseguivano ragazze dalle mani incrostate di mallo di mandorle, a forza di sgusciarle sotto l’arco di via Lecce. Vibravo le corde di una vecchia chitarra nello scantinato degli anziani del vino. Facevamo a turno: loro di pomeriggio fino a sera e noi da sera oltre mezzanotte. Un buon accordo tra il vino e la chitarra. Tutto il bello finisce però e resta nell’animo una profonda nostalgia. Come bere il vino a mezzanotte, quando non si dorme? Come suonare una chitarra con le corde del cuore spezzate? La giovinezza passa e gli anni stonati non finiscono mai. Non mi rassegno alle lamentele e disegno la natura con le ali delle aquile. Io sono quello che ero ieri e sarò quello che sono oggi.

Paolo Turturro

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