La madre, a sua figlia

La bellezza di un bacio fiorisce la maternità.

A te, figlia, ti racconto il mio corpo. E’ il paradiso degli uomini, da custodire, come l’eden, dai morsi delle passioni.

A te, figlia, ti racconto la mia infanzia, quando sognavo il primo bacio sui prati delle violette.

A te figlia, voglio raccontarti la mia ingenuità nei sogni di ogni aurora.

A te, figlia, voglio raccontarti la mia adolescenza, spavalda di sentimenti,

e libera da restrizioni.

A te, figlia, ancora la mia adolescenza, una rivoluzione zoppicante di progetti, ancora immatura alla stagione dell’amore.

Adolescente, impacciata di mani e di corpo.

A te, figlia, ti svelo il segreto del mio divenire donna, quando nessuno credeva al mio corpo.

A te, figlia, mio corpo impacciato a uscire dall’adolescenza.

Ho attraversato i prati dell’amore e sempre ho desiderato l’imprevedibile; sconosciuto era il mio animo e danzavo pensieri contrastanti ogni giorno.

Persino diverso palpitava ogni giorno il mio cuore.

Ogni giorno diversi erano i miei sospiri dal giorno prima. Ero una libellula, poi un bruco a divenire farfalla, quando l’amore di tuo padre mi svegliò madre per te.

Sta certa che non sarà diversa dalla mia la tua adolescenza, non sarà diverso dal mio, il giorno del tuo fidanzamento, non sarà diverso dal mio nell’accasarti nell’amore.

Figlia mia, sarai anche tu madre, nel momento in cui anch’io ero figlia.

Figlia a divenire madre. Dipax

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