
La Pentecoste è la festa del giorno nuovo.
Tutti noi cerchiamo un segno dal cielo.
Questa generazione! Dacci un segno!
Tanti corrono nei luoghi dei segni.
I nostri fratelli Musulmani vanno una volta all’anno
alla Mecca a tirare un sasso in faccio al diavolo.
Un grande poeta siriano
annotava nel suo diario:
“I miei fratelli corrono una volta all’anno alla Mecca,
io invece entro ogni giorno nella Mecca del mio cuore”.
I semplici e i veri saggi
sanno scegliere i luoghi migliori
per incontrarsi con Dio.
I poveri hanno bisogno di calore,
diamo loro il calore della Parola di Cristo.
Per questo, al sorgere dell’aurora, chiedo al cielo
di centrare bene il segno del mio cuore
con raggi infuocati di vero amore.
E’ la Pentecoste, il giorno della rinascita,
il giorno della novità dello spirito.
Chi è avaro non possiede un cuore.
Egli è come una latta di lamiera
a contenere scaduto denaro.
Non sia la chiesa a ridursi
a un vespaio di ricchezze!
Io non mi piego a una minima ombra.
Sento spasimi nel curarmi dal male.
I veri pellegrini viaggiano verso il cuore,
non visitano luoghi sacri di potere.
La mia parte di ombra
è il dramma di credere a me stesso.
Che fatica liberarsi da se stessi!
Il dramma è l’uomo e non Dio.
Rifugiarsi nella vita
è la forza di non entrare in una bolgia,
dove abitano ladri e briganti
dei programmi politici.
Pensare sarà sempre un rischio.
L’intuire tuttavia è solo un istante.
Non seppellire la tua anima
nella caverna dell’ignoranza.
Mi rendo conto che tutto ho scritto nel dolore.
Tuttavia: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”.
La Pentecoste è il giorno della rinascita.
Nuovo spirito, nuova vita.
Una Primavera di sorrisi
Fermati! Rifletti!
La pentecoste fa nuovo il cuore,
fa nuova l’umanità.
Paolo Turturro