La tenerezza di un Padre

Montepellegrino

Bisogna essere arditi per creare schegge di luci e di intuizioni. Stamane, raggi di aurora filtrano nella bruciata boscaglia di Monte Pellegrino. A Bagheria le ville abbandonate, con finestre forate di cielo, sono mostri di paure passate. Il peccato è più di ogni terrore. Come si potrebbe sperare di convertire i miserabili di strada, quando tra di noi non ci comprendiamo e non collaboriamo a vicenda? I nostri sguardi sono strali di rancori. Come pregare con l’odio nel cuore? Quale salutare beneficio può recarci una falsa preghiera? Io mi distraggo troppo facilmente nelle poste del rosario. Mi conforto, la stessa difficoltà l’ebbe Teresa di Gesù Bambino. Leggete il suo diario.

Chi ha detto che ragionare con le lacrime non serve a niente?

Chiedilo a una madre che ha perso un figlio, ucciso sulle strade dell’innocenza. Chiedilo a un padre che vede i suoi figli disperati, per mancanza di lavoro.

Chiedilo a un terremotato che ha perduto tutto sotto il crollo delle macerie.

Chiedilo a quegli immigrati che hanno visto affogare i loro figli, parenti e amici, ammassati a cumuli nel mare della libertà.

Chiedilo a quei bimbi rimasti orfani sotto i bombardamenti della Siria e dell’Iraq.

Io combatto la civiltà, dove il vizio è virtù, se pure questa si potrebbe chiamare civiltà. Sono pazzo dello spirito e non vorrei che si perdesse in nessuna persona. Sento nelle lacrime di chi è avvilito la tua tenerezza, Signore. Contemplo la tua croce, o Cristo, e ti benedico perché sul tuo patibolo di morte hai redento il mondo.

A Te, Padre, mi rivolgo e alzo le mie mani, per offrirti sacerdoti afflitti, madri desolate e padri sconfortati.

A Te, Padre, alzo lo sguardo, perché tu possa sostenere, con la tua tenerezza, assemblee di cristiani alla deriva della fede.

A Te, Padre del tenero abbraccio, innalzo con impeto il mio quotidiano patire, perché nelle piaghe della gente, tu possa lacrimare balsamo di conforto e di benessere.

A Te, Padre della giovinezza, affido i giovani che seguono le tendenze che non saziano il cuore.

A Te, Padre e nonno di ogni figlio, ti consacro ogni donna. Liberale dalle violenze delle mode e dalle lusinghe della pubblicità.

A Te, Padre che ci raduni nella tua casa, ti chiediamo di proteggere le nostre famiglie e le nostre case. Apri le nostre menti alla saggezza. Siano accoglienti le nostre mense, come il pino, simbolo dell’accoglienza, che fruttifica pigne ricche di pinoli.

Paolo Turturro

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