Le mani che consacrano.

img_0035-copyLe mani che consacrano: 39 anni di sacerdozio regale

Meglio adattarsi al dolore che alla menzogna. Le persone che ami, non le puoi più dimenticare. Sono il tuo stesso respiro. Ti palpitano dentro come potenza di affetto. Io non posso aspettare di morire. Non posso vivere, senza accorgermi che non sto vivendo. Ciò che ho fatto, ora penso di gloria. Si può decidere solo di vivere. Chi ha una croce, possiede un vero tesoro. La croce è il mezzo e la via per ritornare allo stato originale della creazione. Io sono entrato nell’Eden dello spirito. Scommettete con me! Vi propongo Cristo che ha sconfitto la morte. Ha cancellato ogni crimine dai secoli. Ha innestato all’umanità la sua innocenza. E’ davvero l’Agnello che prende su di sé il Peccato del mondo. Ha spogliato e svuotato l’inferno. Ha infuso la divinità in ogni uomo e in ogni vivente. La sua nuova creazione è un miracolo vivente. Trovate uno scienziato, un filosofo o un imprenditore capace di tutto questo e scommetterei con lui. Come vedete è tagliente la mia proposta. Non hai altro da scegliere. Cristo vive in me e vive in tutti noi. Gratuita è la sua venuta. Gratis è il suo perdono. Non badate a ciò che si paga in chiesa. Gratis è il suo amore e la sua divinità per tutti noi.

 

“Va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e poi vieni e seguimi”. Proposta radicale, ardua persino per noi preti.

Non ho più niente, neanche un sasso dove posare il capo. In te comprendo altro. Strappo le mie opinioni. Straccio il diavolo dei miei pensieri. Lascio sulla carta delle blatte i miei scritti. Come sono diversi i tuoi dai nostri di tempo e di sabbia. Lascio al vento i miei poemi, come foglie secche musicate dal vento. Non voglio essere il poeta del tempo, pure se m’incantano le stagioni. Non voglio essere un violino, pure se armonizza il mio animo. Non affresco l’amore, pure se mi accalda di affetto. Non scrivo conforto agli afflitti, pure se essi stessi mi consolano. Tutto ho provato. Il mio capolavoro ora è il silenzio. Esso parla con l’infinito, dialoga con le stelle e abbraccia nel profondo del mio palpito Dio stesso.

Mi sono spogliato del tempo e mi sono vestito di eternità. Ho bisogno di luce. Mi ci vorrebbe una scossa di corrente elettrica divina, come un fulmine orizzontale che scenda dall’alto a incendiarmi di Dio. Come fulminarsi di Dio? Sei tu che ti infiammi o è Lui che ti arde?

 

Io mi esprimo con il perdono e non con la violenza. 39 anni di sacerdozio. 39 anni di regalità sacerdotale. Sto per concludere l’Anno di grazia, l’anno in cui il Signore mi ha liberato dal carcere. E’ un vero miracolo. Sto per concludere l’anno del dolore. Come farò senza il patire? Quante grazie, Signore, mi hai elargito in questo anno santo di perdono e di misericordia per me e i tanti per cui ho pregato!

 

Non sono soltanto le mani che consacrano. E il cuore? E la mente? E lo spirito? Io sono la consacrazione vivente. Consacro il dolore. Ho consacrato il carcere. Consacro la preghiera. Il mio corpo è il vero Corporale, dove Cristo si vuole continuamente consacrare. Si consacra nelle mie lacrime. Si consacra nel mio petto. Si consacra nel mio cuore. Sono il corpo della consacrazione. Quanti calici del sangue di Cristo ho innalzato, vuoti a bere. Quanto pane eucaristico ho spezzato, senza masticarlo e digerirlo. Come si può digerire l’Eucaristia? Digerire totalmente Cristo da divenire Lui stesso? Il prete è l’Eucaristia vivente.

 

Come lodare il Signore per un così meraviglioso dono? Possono le mie labbra cantare il ringraziamento? Labbra impure sono a non poter lodare per niente. Come ringraziare Cristo che mi ha plasmato eucaristia vivente nella sua croce? Non basterebbe l’eternità a ringrazialo! Eppure ancora bevo il suo calice! Eppure ancora spezzo e mastico il suo Pane!

 

Amici, lodate con me Cristo sacerdote eterno! Lodate le sue mani, ora divenute mie. Lodate le sue labbra, ora divenute mia voce. Lodate il suo cuore, ora divenuto mio palpito. Lodate il suo petto, ora divenuto mio respiro. Lodate il suo annuncio, ora divenuto mia Parola. Lodate il suo sguardo, ora divenuto per me premuroso. Lodatelo ed esaltatelo in eterno. Lodatelo, perché io sia chicco di grano lacerato, pestato, molato a bianca farina, per essere eucaristia pura nelle sue mani, pane soave nella vostra bocca e nel vostro cuore, a nutrirvi di Dio.

Ciò che non sono stato finora, divento adesso: ostia trasparente nell’ostensorio del mondo. No, non imprigiono ancora una volta l’Eucaristia in un tabernacolo d’oro.

Cristo vuol vivere nel nostro sangue, nel nostro cuore, nel nostro respiro. Fate respirare Cristo nel corpo del mondo. Dipax.

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