Lo scoglio della Formica.

Chi dorme poco, vive male. La sproporzione dei personaggi nei presepi è la regola per la Piccolezza di Dio.

Mi raccontarono che a Bagheria c’è lo scoglio della Formica. Un pescatore mi meravigliò nel racconto marino: ”La gente di mare dinanzi allo scoglio si fermava a vedere scivolare sui coralli paguri a mo’ di formiche”. Il più veterano delle barche di Aspra mi spiegò che ciò avveniva, grazie a un’avventura di un giovanotto innamorato. Egli mi diceva che il garzone nuotava arrampicandosi sulle onde, per salvare la sua bella sfortunata. La schiuma bianca coronava lo scoglio a proteggere la ragazza che, fuggita dal chiostro dei mostri, si rifugiò tra l’erbe di ricci, per scappare ai tentacoli della piovra. Lo scoglio tuttora biancheggia di onde tempestose. L’innamorato voleva proteggerla, ma lo scoglio era minuto, neanche una vongola poteva nasconderla. Ninfea, così si chiamava la ragazza, invocò tanto Nettuno, da divenire una formica di mare in quel minuto rifugio di scoglio.

Tuttora, se ti tuffi dallo scoglio della formica, la senti ancora vibrare di liberazione, come una lusinghiera sirena che avverte sempre i marinai.  Ninfea ci insegna che per liberarci dai tentacoli del male, occorre fuggire lontano dove abita la libertà, fosse uno scoglio, un convento o una caverna non solo della terra. Dipax.

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