Non dico no al cuore

Sono una sentinella del bene. Ogni aurora è un tesoro. Avviso all’istante, in me stesso, la presenza dei predatori delle anime. Quanti capitoli di alghe selvagge nell’oceano dell’uomo intrigano il sangue. Posso salire sulle altezze di ogni sorgente senza essere visto. Lo spirito è l’altezza dell’invisibile. Non mi fanno tremare i giudizi del tuo parlare ma il tuo silenzio sul male. Mi piacciono gli spazi liberi del pensare e non mi riparo dietro scogli delle bufere. Non mi chiudo dentro i miei pensieri. Sono aperto come l’aria. Sono spinto a uscire da me per incontrare la bellezza. Preferisco la dieta dei giornali e dei media alla dieta dei cibi sani e biologici. La maggior parte degli Italiani non nascondono più banconote nel materasso. Non ne hanno più  e manca loro persino il materasso. Non dico no al cuore, pur salendo sui crinali scoscesi della pace, per realizzare la profezia che l’amore a noi ha affidato. Non dico no al cuore, da sempre ho scelto la non violenza a costo di soccombere sotto la violenza, come il torchio ora mi stringe. Non uso armi, non uso condanne ma solo il mio totale dissenso all’agire tuo malefico. Non avrai mai la mia obbedienza. Non dico no al cuore. Non tentenno, come una campana, sorda e muta sui campi minati da mille prudenze che uccidono; sulle chiese dei campanili recintati di fili spinati di paurose circospezioni. Non dico no al cuore. Il fuoco della profezia della pace non mi maschera il volto di logiche umane, da vivere, ambigue neutralità  portano, disarmati, all’incendio di violenze e di cimiteri nel fondo del mare. Non dico no al cuore. Noi profeti di Cristo non possiamo tacere nel vedere l’umanità deragliare sui binari di un nuovo e totale olocausto, anche se tu stesso sei chiamato al martirio non solo del dire. Non dico no al cuore. Coraggio, fratelli Piccoli della pace, non siamo soli. Siamo pochi ma dentro ci sfogano santi e profeti. Guardate Gandhi, dieci anni di carcere per l’indipendenza dell’India. Guardate Nelson Mandela, 28 anni in carcere per abolire l’apartheid. Guardiamo Oscar Romero ucciso sull’altare per la non violenza sui propri cari concittadini. Guardiamo Madre Teresa di Calcutta a essere appena una matita di Dio a scrivere all’umanità poemi concreti di carità e solidarietà concreta. Guardiamo Padre Pino Puglisi a donarmi i suoi occhi semiaperti a continuare il cammino della profezia dell’altruismo. Guardiamo Don Milani, isolato a Barbiana, a realizzare non solo con una lettera a una professoressa, la biblioteca della cultura in pochi ragazzi e vecchietti di un paese emarginato dalla stessa città della cultura, Firenze. Guardiamo Don Tonino Bello, anni di timori, di gelosie di preti e vescovi, ad arricchire pagine date di speranza nelle sue notti insonni. Guardiamo Padre Pio emarginato nelle stimmate ad amare fino in fondo la sua amata Chiesa. Guardiamo l’arcivescovo coreano, quindici anni in carcere a celebrare con un pezzo di pane e poche gocce di vino, per elargire la libertà di fede al suo popolo coreano. Proprio lui mi ha insegnato a celebrare. Guardiamo San Paolo che per annunciare il Risorto, ha vissuto due terzi di apostolato in carcere e donare alla fine comunità forti di fede.

Provo anch’io a liberare i prigionieri con il Vangelo che libera ogni cuore dai rovi secchi del peccato. Non dico no al cuore di Cristo. Non dico no al cuore di ogni uomo. Non dico no al cuore, perché altro non so che amare.

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