
Mi piace sentire il vento sulla mia faccia.
Mi piacciono gli odori che emanano
dalle case dei contadini.
Catturo l’amore di chi sa cantare
e di chi sa perdonare.
Canto assieme agli uccelli
che mi accarezzano le foglie cadute dal vento.
Godo di tutto ciò che la natura mi dona.
Io vivo di ricordi,
ma quelli prima o dopo muoiono
e io vivo nel tuo sguardo.
Voglio sentire, voglio sentire l’ululato del vento.
Il profumo delle onde che mi rinfrescano,
il mare che s’inabissa nel profondo
a gustare le meraviglie nascoste.
Voglio sentire l’odore del pane
sulle labbra al mattino, di una tenerezza calda
che avvolge il mio volto a non scordare.
Voglio sentire le parole che mi fanno risorgere.
Voglio sentire la libertà
che esplode in energia.
Voglio sentire le lacrime
che scendono a purificare le guance.
Voglio sentire il canto
che dolcemente mi fa risorgere.
Sentire è vivere di pienezza in pienezza.
Sentire il fruscio dell’erba che cresce misteriosa.
Sentire la vita che se ne va.
Sentire l’oltre che è respiro eterno dentro di noi.
Sentire oltre la morte
e tutto ciò che è dentro l’immenso.
Sentire l’infinito che nasce dentro di te.
Sentire l’intreccio dei rami
che si affannano a cercare il cielo.
Sentire la voce del silenzio
che sprigiona dalle foreste incontaminate.
Tutto si ode nel silenzio
e prende luce soave
dalle calendole e da ogni fiore.
Io soltanto riesco a sentire
le sinfonie impresse nella natura
e il vento mi trasporta lontano
e a stento, deluso, riesco appena a carpire.
Paolo Turturro
