Una chiesa in uscita

M’incanta il tuo dire,

caro papa Francesco.

So pure che tu non intendi

che i preti o i cristiani

escano dalla chiesa

soltanto per visite agli ammalati,

ai poveri

o ai carcerati.

Non solo questo.

Tu intendi di più.

Tu intendi altro.

Certo, tu vuoi che noi usciamo

da una chiesa istituzionale e corrotta,

ricca e opulenta.

Uscire dai sacramenti a parate e a pagamento.

Uscire dalle Banche di denaro e di armi.

Ci inviti a ritornare

ad annunciare senza borse e bisacce,

con le mani vuote

e con il cuore gonfio di amore divino,

con l’unica certezza dell’abbraccio di Cristo.

Ci indichi la via di uscita dalle gramaglie  delle leggi.

Il nostro posto è la casa dei poveri

e non nei palazzi sontuosi.

La nostra cattedra è la croce degli ammalati,

la croce dei condannati e degli emarginati.

La nostra azione è nel campo di lavoro

dei peccatori e degli ospedali non solo del corpo,

nel dramma degli atei,

innamorati della verità

e delusi da noi stessi.

Si, tu intendi uscire

dalla mentalità degli uomini

e cominciare a pensare come Dio,

a vivere come Dio,

ad amare come Dio.

Grazie Francesco. Dipax

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