
Noi siamo nostra storia e siamo macigni fitti d’erba e di terra.
Che io mi cerchi ancora nelle acque profonde della vita.
Ti cammino sul cuore, per immergermi dentro il tuo amore.
Mi unisco all’amore con gli occhi luminosi d’estasi.
Si è vecchi, se ti senti tale.
“Quanto più un uomo studia,
tanto più diventa umile,
perché mente impara
scopre l’immensità della sua ignoranza”. Aristotele
Ecco l’umiltà che sorge dal non sapere
della moltitudine delle stelle nel cielo.
Dove sono i miei passi,
là cerco l’infinito passato sotto il mio andare.
I miei passi scoprono l’infinito scorrere
e mi trovo avvolto da un presente
sempre più nuovo e dinamico.
Il mio andare sorge da una fonte sgorgante
che gli umili hanno fatto sbocciare per me.
Io sono il passato, il presente e il futuro
che canto nei miei ritmi stanchi e sereni della vita.
Io sono quella primavera che gli altri uomini
vedranno fiorita, senza sapere che il profumo viene dall’alto.
Il soave odore viene dal sudore dei contadini
che spaccano le zolle affinché si pregiano di fiori.
Il caldo sapore viene dalle mani delle casalinghe
che impastano aromi pregiati di amore.
Noi siamo una comunità comunicante di valori,
chi uccide stronca il suo cammino
e si annulla nel suo presente.
Chi odia fa del male a stesso e massacra il suo presente
che altri uomini hanno fatto fiorire.
Non c’è niente da perdere, nello sperare.
Oggi, Signore, mi sono arreso di silenzio.
Mi offro a te, è la mia virtù passiva.
Paolo Turturro