Esco

Esco, esco dalle fatue luci delle metropoli che propongono commercio anche di fedi. Ieri le chiese erano luci e nenie di valori, oggi le città sono cariche di latte e miele senza sapori. Oh! Le ciaramelle! Oh! I pastori con le cornamuse! Luci abbaglianti che accecano senza calori. Mi rivesto di fede di quel Bambino, per gustare i vagiti di Dio. Io non veglio la paura, ma la grande gioia e lo stupore di splendore. Ecco viene! Non tarderà a nascere dentro il tuo ventre. Ecco viene, il suo parto è vicino. Io l’accolgo, come migrante del cielo, nel mio porto sicuro. Ecco viene e non mi costruisco un’arca di Noè, per isolarmi dal mondo. Ecco viene, no, non ci saranno giorni di Noè, diluvi a mangiare terrore. No, non sarà più così. No, non è stato mai così. No, non viene per mietere due uomini, uno verrà portato via e l’altro lasciato. No, non viene così! No, non viene di paura, ma di letizia di latte e miele. Una vergine è la madre e la verginità dell’innocenza sarà la sua carta magna. Viene come ogni bambino e il cielo sa di avere tante stelle, quanti nascono sulla terra. La sua è una cometa che indica la via, la vita, la verità. Io sono pronto e alzo il capo a vederlo. Io sono pronto e mi scrollo da addosso tutte le eresie della fede. Io sono pronto ad ascoltare il vagito di Dio. Io sono pronto alle sinfonie degli angeli. Io sono pronto, come un pastore, ad accogliere Colui che accoglie tutti in cielo. Io sono pronto…e so che questo Bambino non mette chiavi a nessuna porta, a nessuna coscienza e a nessuno spirito.

Paolo Turturro

www.dipingilapace.it

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