Finisce la rubrica del cuore

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Sono le labbra lontane da Dio o il cuore? Come essere vicini a Dio, se ormai la gente è senza cuore? Siamo sordi, tanto da essere muti. Cristo non si scoraggia del terreno arido a zoccolo duro del nostro orgoglio. No, non si scoraggia dinanzi al nostro grido di smarrimento. Gridiamo anche noi ciechi e sordi di amore! Urliamo la rabbia del non capire quanta zizzania è nella nostra ipocrisia. A Cristo basta un accenno, una lacrima sospesa e ci libera con il suo Effatà! Apriti! Cosa possiamo fare noi, quando il cuore è chiuso? Come aprire la porta della giustizia? Come aprire la porta della nostra casa, quando la paura impera chiusura? A buon ragione, aprirsi è un pericolo! L’altro è sempre un nemico da allontanare. Viviamo nella società della paura che è superiore a quella del sospetto. Quello di Cristo è un grido sordo, non ascoltato, inaudito. Effatà, apriti! Chi si apre a Cristo? Eppure io vorrei aprirmi, non solo al giorno, non solo alla gioia, ma a ogni uomo, che sofferto e deviato, è più prezioso di ogni cosa. Non posso essere felice da solo: Ho bisogno di te, delle tue lacrime, della tua sofferenza, della tua gioia. Non posso essere felice da solo in questo giorno in cui mi ha visitato il risorto. Mi sono aperto a Cristo e vivo nella sua estasi stupenda. Vieni anche tu a questa festa! Non puoi essere felice da solo, senza i tuoi figli, senza tua moglie. Io so che, per ogni figlio, l’amico più caro, il fratello più vero è sempre il papà. Apriti, e scoprirai che sei, per te stesso e per gli altri, un tesoro meraviglioso. Apri la porta del tuo cuore e scoprirai quanto amore ferve dentro di te.

Paolo Turturro

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