I rami

I rami storti non dipendono dalle radici. Non c’è una radice storta nella famiglia del vangelo. Quante cose mancano all’anima, che tu non vuoi ricevere. Ci sono troppi lutti, per resistere alle ingiustizie. Viene il peggio, se un condannato viene eletto dittatore. Ci vuole la rivoluzione dell’anima. Diamo a Cesare quello che è di Cesare e teniamo caro ciò che non possono levarci: lo spirito. Noi non siamo caparra del potere. Chi può sputare all’anima? Non si riempirà mai l’anima di chi impera potere, perché è senza cuore. Io prendo un verso antico, per spiegare il presente: “Meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Io non cancello nessun giorno passato dal calendario. Io li annodo tra di loro, per scrivere la storia dell’uomo. Scrivo versi intrecciati, come i fili di un tappeto, alla fine bisogna che i giorni siano rovesciati per contemplare il ricamo che Dio ha operato. Guardando le cose degli uomini, della politica di oggi, mi sembra che la terra sia inzuppata di sangue e di denaro. Alziamo lo sguardo, non possiamo avere paura del cielo. Le camere del Senato e quella della Camera sono tappezzate di compromessi. Io non reggo nessun cordone ombelicale. C’è sempre chi cammina dietro l’asina a reggere la capezza. Tutti litigano in questa carovana di nomadi soltanto per interessi personali e mai per il Bene Comune. Fanno finta di litigare e poi tutti insieme vanno a braccetto con il denaro. Stamane ho incontrato un cieco, guidato da un cane. MI sono rallegrato con lui, tanti invece sono guidati da cani famelici. I ciechi conoscono meglio dei vedenti il colore del mare; sanno quando spunta la primavera e quando il grano biondeggia. Abbiamo perso l’istinto dell’intelletto, noi che ci connettiamo virtualmente. Mi ci voleva il disprezzo per farmi tornare al silenzio e rinsavire. In questo esilio dell’anima ho un fagotto di Dio nel mio corpo. Sono simile a un viandante, cammino nel deserto a ritrovare la perla dello spirito. La disperazione più terribile è vivere senz’anima. Sono recipienti di carne. Dinanzi alla vocazione dello spirito tanti vogliamo fuggire. Il coraggio è l’eredità di chi si sposa con lo spirito.

Paolo Turturro

www.dipingilapace.it

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