La clessidra dell’eterno

La clessidra dell’eterno

M’allumino della gioia del nuovo giorno. Il cielo mi attende tra i rami nodosi dei pini. C’è sempre un contro peso al male. C’è sempre una contro luce alle tenebre. C’è sempre un chiaroscuro nel dialogo. Mortificare è l’esercizio di liberazione dal male. Mors – facere, dare la morte ai vizi e alle passioni. Ho abbandonato la teologia umana e vivo dell’offerta della Parola di Cristo. La teologia umana oscura persino la terra. Ogni giorno consacro nelle mie azioni l’offerta dei doni di Dio.

Il risorto mi ha vaccinato lo spirito.

Il mio corpo non ha cancrene e il mio spirito non ha traumi. Non desidero divenire vescovo, altrimenti mi ci vorrebbe uno psichiatra. Io cammino sulla polvere che gli altri mi hanno lasciato dietro, impasto le lacrime nelle pozzanghere a divenire margherite di grazie.

La terra mi ha donato il carisma di divenire santo.

Cristo ha scelto il mondo per seminare i doni del cielo. Lo seguo attentamente, la sua semina è abbondante. Ora non sono più una cervice dura di sasso, né un rovo di superbia, né una trazzera di asini.

Il mio corpo è un prato verde, mi ha seminato la sua grazia.

La sua Parola dà fiato al mio spirito.

Cammino con i passi del risorto

e dentro mi scorre la clessidra dell’eterno. Dipax

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