La pecora perduta

Oh! La parabola della pecora smarrita. Quante volte mi sono perduto e Colui che ama mi ha ritrovato. Quante volte ho letto la parabola delle cento pecore e non mi sono mai reso conto che quella perduta ero proprio io. Leggendola, pensavo ai drogati da salvare. Annunciandola, credevo di uscire di notte a salvare le donne di strada. Quanta deviazione nel pensare! A me sembra che la pecora perduta sia proprio, oggi, la chiesa. Quando ho lasciato me stesso, mi sono ritrovato e sono uscito dal deserto del mio credere e sono andato in cerca di quella perduta. E’ stata quella pecora che ho tirato fuori dal burrone del non sapere a svegliare la mia inerzia di fede e, accaldandomela sul mio collo, mi ha reso Buon pastore. Che gioia i miracoli dell’amore. Che gioia i miracoli della grazia! Che esultanza la mia santa messa, tutta con Lui, tutta per Lui. Anche il cielo si è rallegrato con me, per me peccatore convertito. Io ho acceso, dentro di me, la lampada del sapere di Cristo, per accettare ogni condanna umana. Ho acceso, dentro di me, il vangelo e ho ritrovato la fede che stavo perdendo. Ecco perché ora gli angeli gioiscono con me. Ecco perché i separati, ritrovano fiducia nella Parola di Cristo. Ecco perché anche preti e monaci ritrovano la gioia di annunciare, dopo aver tanto sofferto. Ecco perché gli smarriti di cuore e di fede, ritrovano nel dialogo la via, la vita e la verità che è Cristo, il Buon Pastore. Oh! Fossimo dei buon pastore! Appianeremmo ogni fosso che porta al male, appianeremmo i burroni dei decreti che allontanano tutti da Cristo. Fossimo cuori aperti a ricevere gli impulsi dei battiti di soccorso che gli altri ci lanciano nel silenzio. Fossimo cercatori di perle umane che splendono a volte più di noi. Fossimo occhi aperti ad asciugare e ad accogliere lacrime che non sanno dove scorrere a versarsi. Fossimo menti serene ad ascoltare i sentimenti di aiuto nella ricerca del sapere. Fossimo cuore di Dio a elargire grazie di abbondanza di misericordia e di amore. Fossimo orecchie di silenzio a udire gli urli di chi non ha voce. Fossimo mollica di pane, come nell’umiltà di Cristo nell’eucaristia. Fossimo abisso di silenzio, come la sapienza infinita di Dio. Ora capite che quella pecora smarrita è divenuta in Cristo, agnello di salvezza. Cristo, scendendo, nel burrone di ogni cuore, ha distrutto per sempre la morte e il peccato e ha proclamato per tutti la risurrezione. In questo pomeriggio, nella parabola delle cento pecore e di quella perduta, ho vissuto il miracolo dell’amore, che voi tutti conoscete.

Paolo Turturro

www.dipingilapace.it

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