La solitudine di Cristo

                          Ti hanno chiuso in un tabernacolo,

da essere di notte adorato solo dai topi.

Chiuso d’oro, sigillato in asfissia.

Solo a gridare la giustizia

in quattro mura d’oro.

Solo a gridare l’amore del Padre verso tutti,

nessuno escluso di quelli che ti ha donato.

Hanno sigillato le tue beatitudini,

stupende solo a dirsi e mai a vivere.

Chi è povero nelle curie?

Chi è mite nelle condanne?

Chi è misericordioso nelle calunnie?

Ancora una volta gli scribi, i nostri teologi,

discutono su di te, mai ascoltandoti.

Non credono che tu hai distrutto la morte

e il peccato del mondo per sempre.

Come distruggere tutti i crimini del mondo?

E’ un’eutopia!

Ti hanno tappato la bocca,

le tue grandi parole oggi

non si possono mettere in pratica,

così ci dicono i novelli scribi.

Ti hanno tappato il cuore,

non si possono amare i delinquenti, i ladri e i drogati.

E’ un pericolo per la nostra stessa anima.

Ancora una volta condividi quella vedova

che dona nel tesoro tutta la sua vita,

quella della terra e quella del cielo,

due monete essenziali da condividere Dio dentro di noi.

Ancora una volta entri solo nel sepolcro di Lazzaro

a risuscitare la vita.

Ancora una volta, tu vera luce del mondo,

ti chini davanti a un cieco

a donare la gioia di vedere.

Ancora una volta pratichi l’impossibile,

mangiando con forestieri accusati di scafisti.

Sei solo sulla terra ancora a credere al cielo,

al vero, al bello e al giusto.

Ecco Signore, le nostre mani

a spezzare assieme un pane con gli affamati.

Ecco Signore, il nostro cuore

ad amarti con tutto la nostra debolezza

sulle strade del mondo.

Ecco Signore, la nostra mente,

rotolo del tuo vangelo.

Ecco Signore, i nostri passi

ad annunciare senza denaro, senza sicurezza d’istituzione

le tue beatitudini e la tua risurrezione.

Ci fidiamo di te, perché nessuno resti solo

a soffrire l’amara solitudine del tuo abbandono.

Esci, ti prego,

da quel tabernacolo sigillato da mane umane

e vieni a vivere con noi. Dipax

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