Liberare Kabul

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I poveri chiedono aiuto e i ricchi fanno più fatica a rispondere. Le parole sono false, quando dentro nascondono l’avarizia del denaro e del potere. La falsità dei talebani è così grassa che soltanto chi impera potere non la ode. Le loro parole sono serpenti, più velenose della serpe di Adamo. Non riesco ad alzare le mie braccia per consegnare a custodia mio figlio sul filo spinato dell’aeroporto di Kabul, in Afghanistan. L’Onu come può connettersi con questi terroristi che massacrano con dolci parole donne, bambini, giornalisti e resistenti dell’opposizione? Sfilando con la loro bandiera lunga più del cuore dell’Umanità? Io sono dissidente e la preghiera calda a Cristo, è più forte di ogni assemblea dei prepotenti. Gramsci dal carcere ha realizzato la sua più grande rivoluzione. Martin Luther Kingi con il suo sogno ha ipnotizzato generazioni di giovani. I jazzisti afroamericani hanno con i loro saxofoni fermata e abolita la tratta dei neri. Noi che cosa possiamo ardire nell’eremo del nostro cuore? Ardire la libertà di non pensare come i potenti del mondo che scrivono dittature con il sangue dei martiri, oggi dell’Afghanistan, domani di ogni terra libera. Nella mia resistenza, non quando le mie ferite insanguinanti.

Paolo Turturro

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