Più dolce e più casta

Sei la mia certezza, sei la mia salvezza. In te i miei limiti scompagnano, in te i miei peccati non esistono più. Nel silenzio sono divenuto una nuova creatura. Ho scritto una poesia su una foglia e l’ho donata al vento. Il vento ha pettinato i miei capelli e sono divenuto anziano per il cielo. Vorrei sapere perché si è felici e tristi nello stesso tempo? Non c’è risposta che mi dona il vento. Ti ho incollata al tronco foglia errante perché tu possa vivere, a ricordo del mio passaggio. Io non riesco a sopportare l’eterno tormento della vita. Io non so più cantare dello stupore di quanto ero bambino. Mi ha sommerso la tempesta degli anni. Fra le tante parole mi è rimasta la più dolce e la più casta. Parola che ho udito quand’ero bambino, nel fonte battesimale del mio cammino. Tuttavia non c’è carcere, né ospedale che non porti dentro una sorpresa. Ho imparato dalla vita a cogliere il pur piccolo bagliore di letizia. Ho imparato ad assaporare la dolcezza del tempo che non scompare.

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