Quello laggiù

Quello laggiù è divorziato e non può entrare in chiesa, anche se si batte il petto. Quello laggiù ha ucciso la moglie che veniva sempre in chiesa. Quello laggiù è sempre più lontano dal nostro buon consenso. E’ sballato e vive da solo in un burrone di campagna. Quello laggiù è da commiserare. Noi invece recitiamo il rosario, ogni sera siamo ai vespri e alla santa messa con il nostro parroco. Quello laggiù è insensato, ha perso il senso della vita. Io sono sicuro della mia fede e chiedo al Signore guarigioni e favori che ben mi concede. Io mi sento pulito e non ho bisogno di battermi il petto. Quello laggiù, anche se sfonda il suo torace, è troppo infangato nei peccati, non si salverà mai. E’ questo il suo problema: é troppo inzuppato di peccati. Io sento la sicurezza della mia fede che non mi fa cambiare mai le mie opinioni. Firmiter stat! Sono cocciuto nei miei giudizi e nessuno è più sicuro di me nella fede. Io canto le lodi, io supplico i vespri. Io so pregare giaculatorie, tridui e novene.

Paolo Turturro

www.dipingilapace.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *